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Intervista allo Chef Adriano De Angelis

INTERVISTA CHEF ADRIANO DE ANGELIS

QUAL È LA PARTE DEL TUO LAVORO CHE TI APPASSIONA DI PIÙ?

La parte del mio lavoro che mi appassiona di più è sicuramente la sperimentazione e la creazione di nuovi piatti. Credo sia la più difficile ma anche la più gratificante.

Dopo aver sperimentato e creato un piatto, bisogna metterlo in pratica rispettando certi standard e certi valori: è molto impegnativo ma estremamente soddisfacente.

 

QUALI SONO LE SFIDE PIÙ COMPLICATE CHE UNO CHEF COME TE DEVE AFFRONTARE IN CUCINA?

Lo chef deve affrontare quotidianamente molte sfide, tra cui quella di riuscire a coordinare la squadra, ed essere quasi uno psicologo.

Nella cucina già c’è molta pressione e se un componente del team non segue una retta via, non ha chiara la strada da seguire e non è concentrato sugli obiettivi da raggiungere potrebbero crearsi delle situazioni davvero spiacevoli.

Credo sia molto importante focalizzare gli obiettivi e poi cercare, insieme alla squadra, di raggiungerli, remando tutti nella stessa direzione.

È importante essere sempre proattivi, positivi e cercare di portare il buon umore in cucina.

 

RACCONTACI LA TUA CARRIERA. DA QUANTI ANNI FAI QUESTO MESTIERE E DOVE NASCE LA TUA PASSIONE PER LA CUCINA?

La passione per la cucina nasce fin da piccolo perché adoravo stare in cucina con mia madre: a lei piaceva cucinare cose semplici mentre io amavo mischiare sapori ed ingredienti.

Dopo la scuola dell’obbligo ho scelto l’alberghiero, un’esperienza non del tutto stimolante, almeno per quella che è stata la mia esperienza.

La svolta vera e propria è stata entrare nel mondo del lavoro: una volta entrato nella cucina ho capito subito che questo è un mestiere che o lo odi o lo ami, non c’è una via di mezzo.

Di questo mestiere ho amato la creatività e l’energia che c’era all’interno della cucina, una cosa pazzesca.

La mia prima stagione la feci all’età di quattordici anni, confrontandomi fin da subito con grandi eventi come matrimoni e catering.

Tanta gente, tanto lavoro e anche tante responsabilità.

Questa prima fase del mio lavoro mi ha fatto aprire gli occhi e mi ha fatto amare il mio mestiere.

Ogni giorno impari una cosa nuova, ti confronti con diverse culture, vari modi di cucinare: un lavoro dinamico a 360 gradi che mi entusiasma e mi rende felice ogni giorno.

 

QUAL È IL FATTORE PRINCIPALE CHE TI HA PERMESSO DI ARRIVARE A QUESTI LIVELLI?

La testardaggine. È fondamentale non abbattersi quando qualcosa va storto ma bisogna crederci sempre.

Questo è un mondo un po’ difficile. C’è sempre molta gelosia ed invidia, si possono incontrare persone che non vogliono farti crescere, che ti costruiscono un muro davanti.

L’importante è avere coscienza di sé stessi, non mollare, essere testardi e raggiungere i propri obiettivi con le unghie e con i denti.

 

QUALI SONO LE FONTI PRINCIPALI DA CUI PRENDI LE IDEE?

Sicuramente dall’esperienza passata, dialogando e confrontandomi con i colleghi del presente ma anche del passato.

Inoltre, anche internet ed i libri sono fonti molto importanti per produrre idee.

La creatività in cucina non è mai frutto di una sola via ma è la somma di tutto ciò, è un lavoro a 360 gradi.

 

CHEF, COME DESCRIVERESTI LA CUCINA DI CiPASSO?

Emozione, semplicità e cura dei dettagli.

Da CiPASSO è l’ambiente a fare la differenza. Il lavoro è stimolante, le persone sono cariche, positive e c’è sempre da confrontarsi e mettersi in gioco.